Le Antiche Neviere laviche dell’Etna Itinerario
Parco dell’Etna da Zafferana Etnea a Bronte
Siamo in provincia di Catania e l’itinerario si sviluppa su due tappe disposte su due versanti dell’Etna la Prima sopra il borgo montano di Zafferana Etnea sul versante Est, la Seconda sopra la cittadina di Bronte patria del famoso pistacchio ricca di architetture religiose medievali e storia .
Il Tour costituisce un approccio originale per visitare e conoscere l’Etna e la sua cultura , secondo un canone meno convenzionale di visita, unendo l’aspetto naturalistico e geologico con storia e tradizioni locali.
La storia e il contesto :
Le Neviere e i Nivaroli , hanno una lunghissima tradizione che giunge a noi , da molto tempo prima dell’avvento di Cristo . In questo Itinerario le neviere che osserveremo hanno una storia attestata tra il XVI° ed il XVIII° secolo.
In Sicilia la raccolta la conservazione e l’uso della neve era “codificata” a vari livelli , secondo una filiera che iniziava dal “nivarolo” ovvero colui che raccoglieva conservava e “lavorava” la neve , e le “neviere” luoghi esistenti in natura o modificati o costruiti appositamente , ed adibiti alla conservazione della neve, per usi sia pratici legati alla conservazioni di alimenti o per uso medico, in molti casi per puro piacere e diletto del palato per quelle classi particolarmente agiate, da potersi permettere tali “lussi” specie quando la calura estiva , non lasciava scampo alle dame ed ai nobili del tempo.
In questo itinerario racconteremo di questa “arte” , visiteremo, con torcia e caschetto , alcune delle “neviere” di maggior rilievo presenti proprio attorno all’Etna.
Un itinerario tra la natura del nostro Vulcano e la storia di tradizioni , mezzi e siti , retaggio della nostra cultura e del nostro ambiente.
L’ambiente naturale e i luoghi :
Il luogo è l’Etna e il Parco dell’Etna , ci muoveremo difatti alle sue pendici in un itinerario che compie il semi periplo del Vulcano, consentendoci di osservarlo da due angolature praticamente opposte , attraversando molti dei tipici paesi etnei che sorgono alle sue pendici, ricchi di storia e tradizioni, per raggiungere i due punti di partenza dei rispettivi itinerari , Sant’Alfio e Bronte nella provincia di Catania.
1° Percorso A
Il primo itinerario della nostra visita inizia dal rifugio Citelli rifugio ubicato alle pendici nord orientali del vulcano Etna nell’antica caldera di un cratere avventizio il Monte Concazze nel comune di Sant’Alfio, ci muoveremo in ambiente boschivo ricco per la flora presente ed affascinante dal punto di vista vulcanologico e geologico con la visione della spettacolare bottoniera lavica dei crateri di monte Sartorius qui avremo modo di osservare la prima delle neviere citate ,un lungo camminamento sotterraneo risultato di una galleria di scorrimento lavico con diversi interventi che ne hanno riadattato lo scopo , non tralasceremo neanche di raccontarne le legende e i miti che su questo sito circolano .
2° Percorso B
Il secondo itinerario ci porta nel comune di Bronte nel bosco di Centorbi in uno scenario caratterizzato da numerosi crateri avventizi che si ergono lungo il percorso quali Monte Minardo (1.304 m), Monte Ruvolo (1.410 m), Monti Tre Frati (1.384 m, 1.376 m), Monti Nespole (1.633 m, 1.725 m), anch’essi in genere coperti di bosco. Qui visiteremo la seconda neviera , molto diversa dalla prima anche per i notevoli interventi architettonici effettuati , trasformandola in una opera unica e rara nel suo genere.
Entrambi i percorsi sono facili percorribili senza difficoltà e piacevoli , posizionati ad una quota compresa tra i 1300 e 1700 m slm, permettono di godere di una natura ricca e varia ,si cammina facilmente immersi in ambienti boschivi con ampissimi squarci che permettono di spaziare con lo sguardo nella prima tappa verso Taormina e Reggio Calabria e nella seconda verso i complessi montuosi delle Madonie e dei Nebrodi.
Amplissima è la varietà di flora presente , querceto sempreverde con dominanza di leccio (Quercus ilex) accompagnato da biancospino (Crataegus monogyna), perastro (Pyrus spp.), rosa canina e terebinto (Pistacia terebinthus) e la ginestra dell’Etna Genista aetnensis ,faggio, pino e betulla.
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