L’uso della denominazione ” Castello” è una tradizione che ritroviamo in Sicilia spesso e volentieri applicata impropriamente anche ad architetture prive dei requisiti storici, di scopo e/o architettonici. Il “Castello di PietraTagliata ” rientra tra quei manufatti denominati “Castello” senza che in effetti lo sia mai stato. Eppure il fascino che emana è tale da fare perdonare il difetto di denominazione e irretire chiunque lo vada a scoprire .
il nostro “Castello” Viene citato con origini “Normanne” targa questa non suffragata da nessuna documentazione storica.
Cosa diversa invece per il vicino castello di Aidone, oggi purtroppo ridotto allo stato di rudere.
Pietra Tagliata ,posto su di una cresta rocciosa di roccia arenaria, è più verosimilmente nato come “Fortilicium” in funzione di “torre di avvistamento” . E’ collocabile nel tardo XIV secolo ed è riconducibile probabilmente al periodo Aidonese dei Gioieni , nobile famiglia discente dai D’Angiò stabilitasi in Sicilia durante il conflitto dei Vespri.
La Torre svettante , vero “focus” dell’intera architettura , fu concepita come osservatorio non certamente isolato ma strategicamente inserito in una più vasta rete di strutture presenti in zona, e “parlanti” tra loro. Probabilmente era o poteva essere collegata tramite contatti visivi con i castelli di Aidone, Mongialino e Serravalle allo scopo di vigilare punti ciechi ed i transiti dell’area circostante il feudo di Aidone durante il periodo più tormentato e conflittuale nella storia medievale dell’isola noto come “Vespri Siciliani”.
La struttura si presenta priva di mura di cinta o avanzi di essa a rimarcarne la mancata identità di “castello”, confermandone lo scopo di ridotto “munito” a scopo di avvistamento. Aveva in dotazione una ridotta serie di ambienti abitativi in parte ipogeici utilizzati per la sosta ed il riparo degli addetti e degli animali.
Nella conformazione originaria si protesse sfruttando la conformazione naturale del rilievo, proponendosi a chi giungesse dall’esterno con cattive intenzioni con un varco stretto ed incassato nella roccia approdante davanti un piccolo ma pesante portone ligneo inserito in un portale in pietra con arco a tutto sesto di non facile violazione , in estrema ratio la torre avrebbe posto rimedio ed al sicuro gli occupanti .
Il vero protagonista della struttura è proprio la torre, un parallelepipedo composto da conci di pietra regolare alto circa mt 25/27 che anziché essere cava all’interno come da tradizione costruttiva consolidata , risulta essere stata realizzata “piena”.
Il basamento su cui poggia la torre è posto su di un rilievo naturale di arenaria contribuendo così ad aumentarne la proiezione verso l’alto e conseguentemente l’orizzonte visivo di chi vi stava in cima come osservatore .Curiosamente la sommità della torre, vista oggi, non mostra resti ne evidenze di protezioni di alcun genere , se ciò fosse vero avallerebbe l’ipotesi della natura di mero osservatorio, e non certamente difensiva.
Per raggiungere la sommità della torre una piccola e stretta scala elicoidale di cui sono sopravvissuti alcuni avanzi risulta incassata sull’angolo su ovest della torre, probabilmente costruita in progressione ai lavori di elevazione.
Oggi della struttura rimane poco , al piano di accesso solo gli avanzi di un corpo di fabbrica quadrangolare originariamente a due elevazioni sicuramente aggiunto verso il termine della sua esistenza quando gia votato a residenza . Questi risulta interamente crollato resta solo un portale composto da piedritti mensola e arco a tutto sesto in conci di bella pietra a taglio regolare che ne nobilita l’accesso.
Più in alto rispetto questo corpo di fabbrica, dopo uno stretto camminamento ed una serie di gradini scavati nella roccia viva ,superata la anzidetta soglia “protetta” ci ritrova in uno slargo , propedeutico sia alla torre che ad un passaggio oggi ostruito dalle macerie, che conduceva ai piani superiori realizzati anch’essi in epoca tarda XVI-XVII . Di tutto ciò restano solo rovine collassate poco o niente leggibili difficili da raggiungere se non che con grandissimo rischio personale data la rovina generale
Di accessibile vi è solo il corpo originario alla base della torre , tuttora esercita un grande ed innegabile fascino con alcuni ambienti semi coperti di cui una grande sala ipogeica con affaccio sulla parte retrostante della valle .
Un altro ambiente visibile si riscontra all’esterno del “Castello” posto sulla verticale della torre, composto da un unico grande ambiente rettangolare il cui soffitto è caratterizzato da volte a crociera , probabilmente anch’esso di tarda realizzazione certamente utilizzato come riparo per animali come evidenziato da superstiti mangiatoie in pietra.
Chi si reca per visitarlo oggi non può restare immune da un innegabile misterioso fascino che il luogo nel suo complesso emana, resta protagonista la solitaria torre che a dispetto dei secoli passati e delle rovine accadute ancora integra incombe sulle rovine sotto di essa.
A nostro modesto modo di vedere tutte , o le più significative , strutture analoghe disseminate sul territorio isolano in stato di abbandono , degrado e oblio dovrebbero rientrare in un unico piano regionale di recupero conservativo se fossero considerate per ciò che sono memoria e identità culturale isolana
Autore Francesco Schillaci – Presidente di Ass. Cta Sicilia